Alle pendici dell’imponente Agner, nel cuore delle Dolomiti Bellunesi, sorge il Rifugio Scarpa Gurekian. L’accesso alle rampe (faticose ma accessibili) che puntano verso quello che era l’arrivo di una vecchia seggiovia (dismessa nel 2012) si trova nel comune di Voltago Agordino, frazione di Frassenè: un luogo ricco di storia, natura selvaggia, odori, e paesaggi incantevoli. Insomma, qui la montagna c’è e si fa sentire.
Il nome del rifugio evoca storie di personaggi che hanno lasciato un segno indelebile in questi luoghi. Enrico Scarpa, un artista veneziano, scelse questa quota per il suo atelier, dedicando un eremo alla figlia. Successivamente, il rifugio fu intitolato anche a Ohannés Gurekian, un profugo di origine armena che divenne presidente della sezione Agordina del CAI, lasciando tracce significative nell’architettura di Frassenè. Queste figure emblematiche ci ricordano come la montagna sia stata e continui ad essere un crocevia di vite, storie e memorie. Non quindi un punto d’arrivo ma bensì un punto di partenza.
A 1735 metri di altitudine, il rifugio si erge al cospetto del maestoso Agner, circondato dalle Pale di San Martino e da altre cime dolomitiche di rara bellezza. Frassenè, un tempo soprannominata “la piccola Cortina” per i suoi primi impianti di risalita negli anni ’50 legati alle Olimpiadi di Cortina, oggi custodisce un fascino più intimo e autentico, lontano dai grandi flussi turistici.
Da qui si snodano numerose tracce e sentieri come la via ferrata Stella Alpina e il suggestivo sentiero Spiriti dell’aria, che conduce fino a un tempio tibetano. Le pendici dell’Agner, con la sua imponente parete nord di circa 1500 metri, ricordano la storia dell’alpinismo d’un tempo; proprio sull’Agner perse la vita Riccardo Bee, il 26 dicembre del 1982, di cui abbiamo parlato in questa puntata. Quest’anno, inoltre, ricorre il 150º anniversario della prima salita all’Agner, compiuta nel 1875 da Cesare Tomè, Martino Gnech e Tommaso da Col, la cui storia è ancora oggetto di ricerca e approfondimento.
Ad accoglierci abbiamo trovato Alessandro e Lucia, insieme al loro cuoco Francesco e a Massimo (abilissimo panettiere): ci hanno fatto sentire subito a casa. Lontano dal caos e dalla frenesia della vita quotidiana, qui il tempo sembra dilatarsi, lasciando spazio alle chiacchiere davanti al larin acceso, a una deliziosa zuppa calda e alla riscoperta del piacere di stare insieme.
Non ti resta che ascoltare l’intervista!
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