Giannandrea Mencini è un giornalista d’inchiesta e nel suo ultimo libro ha acceso i riflettori sulle sementi. Abbiamo ricevuto una copia del testo e organizzato un’intervista corposa, densa ed estremamente interessante. Non ti resta che schiacciare play, al resto ci pensiamo noi.
Il contenuto è stato preparato da Enrica Piscolla e Sebastiano Frollo.
I libri di Giannandrea Mencini di cui si parla nell’episodio sono elencati di seguito; nel caso in cui si procedesse all’acquisto in seguito all’ascolto, ci farebbe piacere se ce lo comunicassi. Per noi è molto importante.
- Pascoli di Carta. Le mani sulla montagna
- BioAvversità. Il vizio delle monocolture nelle terre alte
- La battaglia dei semi. Come uscire dai monopoli alimentari
Segue una porzione d’intervista in cui viene raccontata la persona a cui è stato dedicato questo libro, il resto lo trovi nelle principali piattaforme d’ascolto.
"Ho con grande gioia dedicato il libro a Marinella Piazza perché è stata una persona per me molto importante. Voglio raccontare anche un aneddoto, approfittando di questa occasione: Marinella l'avevo conosciuta con con i miei primi libri dedicati alla montagna ed ero in una situazione non facile, nel senso che per un giornalista come me che - dopo aver scritto tanto sulle problematiche della di Venezia, della laguna e anche là spesso di situazioni molto delicate - avevo deciso di dedicarmi al mio grande amore che, oltre la città lagunare era la montagna, soprattutto la le Dolomiti, le montagne Cadorine a cui sono legato fin da da piccolo. Passavo molti mesi, grazie ai miei genitori, in Cadore e quindi avevo una grandissima voglia di raccontare anche le problematiche che sapevo essere presenti nelle nostre montagne. Ma non era facile, non era facile perché, come sapete bene le genti di montagna, le genti delle terre alte e spesso guardano con un certo timore le persone di pianura che guardano alle loro vallate, che vogliono raccontare la loro storia e le loro problematiche. A volte sono un po' scettiche, lo sapevo e mi ero scontrato anche con queste situazioni, soprattutto nel momento in cui io volevo fare dei libri che erano inchieste, quindi avevo bisogno di avere un rapporto diretto trasparente con le persone, riuscire ad avere la loro disponibilità a parlare con me e soprattutto il fatto che loro dovevano fidarsi di me e non era facile. In tutto questo Marinella ha avuto con me un favoloso rapporto. Era molto convinta che io potessi portare veramente un aiuto alle gente della montagna con i miei articoli, nei giornali e anche con dei libri. Mi ha aiutato tantissimo presentandomi persone, convincendo le persone a a parlare con me e dandomi veramente un aiuto incredibile. C'è molto di lei in Pascoli di Carta. Le mani sulla montagna in BioAvversità. Il vizio delle monocolture nelle terre alte e c'è molto di lei anche in questo ultimo libro.Ricordo che a Lozzo di Cadore, terminata una presentazione di BioAvversità si è alzata in piedi e ha detto “Giannandrea, ora devi devi fare un’inchiesta sui semi, devi fare un’inchiesta sulle sementi e su chi controlla il nostro cibo”. Avevo già una mezza idea di far questo lavoro e ho deciso che avrei dedicato l’anno successivo a questa inchiesta ed era giusto ricordarla perché è stata una persona squisita, una persona che amava il Cadore, le montagne, molto sensibile a tantissimi temi sociali, ambientali e quando ho sentito che stava male, poi pochi mesi dopo è mancata, è stato veramente un duro colpo. Tutte le vallate cadorine hanno scritto sui social e sui giornali delle frasi bellissime in ricordo di Marinella e quindi penso che sia stato giusto dedicare questo questo libro a una persona così importante come Marinella”
Giannandrea Mencini
Non ti resta che ascoltare l’intervista!
Marinella Piazza, insieme al compagno Stefano, sono state le prime persone che hanno accettato di farsi intervistare e i loro contatti li ho avuti proprio tramite Giannandrea Mencini. Le loro voci, le loro testimonianze sono racchiuse in questa puntata:
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